FIBRILLAZIONE ATRIALE

Un terremoto nel cuore

La fibrillazione atriale è un fenomeno che, loro malgrado, stanno iniziando a conoscere molte persone, soprattutto maschi, quando inspiegabilmente avvertono strani sussulti cardiaci, caratterizzati da battito del cuore anomalo, irregolare, e decisamene angosciante.

fibrillazione atriale

 Si tratta di una aritmia sovraventricolare innescata da treni di impulsi elettrici del tutto fuori target. Dai nominali 100 battiti al minuto si sale in pochissimo tempo ad una frequenza di 350-400 battiti al minuto!

La fibrillazione atriale è ritenuta fattore di aumento del rischio di trombo embolia, e quindi necessita di attenzione speciale.

In base alla frequenza del fenomeno viene classificata in:

- parossistica (apparizione occasionale e spontanea scomparsa)

- persistente (si riesce a controllarne la manifestazione tramite specifici farmaci)

- permanente (per essere trattata efficacemente è richiesto l’uso di terapie invasive)

 Cosa accade negli atri sede del fenomeno? Questi tendono a perdere la naturale capacità di contrazione ritmica, e vanno incontro ad una certa rigidità e stasi.

La fibrillazione atriale si deve ad alcune cellule delle vene polmonari che inviano treni di impulsi concentrati e abnormi verso gli atri.

Nella forma permanente, la più problematica, il tessuto atriale diviene fibrotico, cioè si arricchisce eccessivamente della componente connettivale a scapito della componente di elasticità e flessibilità tipica del tessuto sano.

Per trattare una situazione di questa gravità la medicina passa all’impiego di tecniche invasive, definite #ablazioni, che prevedono l’inserimento di un catetere, e sono intese a riportare nuovo equilibrio nei tessuti isolando elettricamente gli impulsi che partono dalle vene polmonari.

Il problema più serio legato alla fibrillazione atriale è che in alcuni piccoli spazi dell’atrio, detti auricole, aumenta fortemente la possibilità che si vengano a formare dei trombi, per effetto della scarsa ed inefficiente circolazione sanguigna.

L’effetto pompa normalmente presente quando l’atrio lavora con il giusto ritmo svuota completamente queste particolari appendici, mentre in assenza di movimento regolare si creano dei ristagni. Ecco perché si affaccia la concreta possibilità che i trombi raggiungano i vasi cerebrali e portino all’ictus.

Molte ragioni si sono elencate per spiegare l’origine della fibrillazione, tra queste:

- l’eccesso di alcol

- il fumo

- l’uso di droghe

- l’abuso di farmaci

- la caffeina in eccesso

- l’obesità

- la presenza di malattie respiratorie

- il diabete

Le ritengo indubbiamente importanti, in grado di favorire e/o aggravare il fenomeno, ma mi sento di orientare la ricerca di un vero responsabile in altra direzione.

E quella che più mi convince muove su un percorso di azione/effetto diretto, senza ulteriori mediazioni: il regime alimentare.

Fare 2+2 in questo caso è piuttosto semplice.

Ancora una volta troviamo la responsabilità nella eccessiva presenza di zuccheri, secondo uno schema collaudato e senza sbavature, in cui i passaggi sono i seguenti:

- Gli zuccheri giungono nel sangue -> si produce insulina

- L’insulina genera la produzione di aldosterone

- L’aldosterone trattiene sale, e causa la ritenzione idrica

- La ritenzione idrica porta ad uno sbilanciamento nella concentrazione di sali come potassio e sodio

- Lo sbilanciamento di sali ha come conseguenza una diretta influenza sul potenziale di riposo della cellula.

QUEST’ULTIMO E’ L’ASPETTO CHE MERITA MAGGIORE ATTENZIONE PERCHE’ E’ QUI CHE SI SPIEGA CHIARAMENTE L’ALTERAZIONE CHE GENERA LA FIBRILLAZIONE ATRIALE.

In pratica, in una situazione standard, normale, la cellula ha una certa carica elettrica dipendente dalla presenza di alta concentrazione di potassio al suo interno (e bassa di sodio), e alta concentrazione di sodio all’esterno (e bassa di potassio).

Questa è la situazione tipica del Potenziale di Riposo.

Per effetto dello sbilanciamento causato dalla ritenzione idrica si verifica (per osmosi) il PASSAGGIO DEL SODIO VERSO L’INTERNO DELLA CELLULA, E CONTEMPORANEAMENTE LA FUORIUSCITA DEL POTASSIO.

Ebbene, tale meccanismo porta a cambiare il “potenziale di riposo” della cellula, che dunque, una volta modificato porta anche a CAMBIARE IL COMPORTAMENTO DELLA CELLULA IN TERMINI DI ECCITABILITA'.

E’ in definitiva proprio ciò che accade ai motoneuroni del miocardio, che si attivano in modo incontrollato.

Oltre alla ovvia considerazione sulla necessità di modificare il regime alimentare, il suggerimento aggiuntivo riguarda l’impiego di alcuni integratori, DETERMINANTI NEL RISOLVERE EFFICACEMENTE LE CONDIZIONI CHE PORTANO ALLA FIBRILLAZIONE ATRIALE.

Si tratta di:

- omega 3: questi acidi grassi gestiscono i canali del sodio, quando sono in deficit la cellula passa ad uno stato naturale di ipereccitabilità;

- vit C: riduce la infiammazione e aumenta la fluidità del sangue;

- vit D: regola le funzioni del sistema immunitario;

- tribulus terrestris: è antagonista della formazione di cortisolo in eccesso.

Non ultimo, è ugualmente fondamentale riportare nella mente e nello spirito di chi è stato colpito dalla fibrillazione atriale, una rinnovata condizione di equlibrio e serenità, a livello emotivo ed energetico.

Solo questo stato d'animo potrà decidere definitivamente sulle sorti della propria salute, allontanando risolutamente l'angoscia che pervade queste persone, le quali si trovano spesso a vivere la triste aspettativa che altri episodi di fibrillazione si manifestino nella loro giornata.

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