Negli ultimi anni, il tema del lavoro part-time e del suo impatto sull’accesso alla pensione anticipata ha suscitato grande interesse tra i lavoratori italiani. La normativa previdenziale, infatti, si è evoluta per rispondere alle mutate esigenze del mercato del lavoro, introducendo misure che mirano a garantire una maggiore flessibilità e inclusività. Per chi svolge attività a tempo parziale, le novità legislative possono rappresentare un’opportunità concreta per anticipare il pensionamento, ma è fondamentale conoscere le regole e le condizioni che regolano questo percorso.
Part-time e requisiti per la pensione anticipata
Il lavoro part-time non conferisce automaticamente il diritto a una pensione anticipata, ma può influire sul momento in cui si maturano i requisiti necessari. La normativa vigente stabilisce che per accedere alla pensione anticipata è necessario raggiungere determinate soglie di età e contributi. Per le donne, il requisito contributivo minimo è di 41 anni e 10 mesi, mentre per gli uomini è di 42 anni e 10 mesi. Questi requisiti sono validi anche per chi ha svolto attività in part-time, a patto che la carriera contributiva sia regolarmente accreditata.
È importante sottolineare che il solo fatto di lavorare part-time non accelera il raggiungimento dei requisiti, ma può incidere sul calcolo dell’importo della pensione. Nel sistema contributivo, infatti, il montante contributivo è pari al 33% della retribuzione, che essendo più bassa nei contratti part-time, determina un assegno pensionistico proporzionalmente inferiore rispetto a chi ha lavorato a tempo pieno per lo stesso numero di anni.
Part-time verticale e ciclico: una novità importante
Una delle principali novità introdotte dalla legge di bilancio riguarda il riconoscimento dei periodi non lavorati nell’ambito di un part-time verticale o ciclico. L’articolo 1, comma 350, della Legge 178/2020 ha stabilito che questi periodi sono utili ai soli fini del diritto alla pensione, ma non per il calcolo dell’importo dell’assegno. Questo significa che chi ha svolto attività in part-time verticale o ciclico può far valere gli anni lavorati “a singhiozzo” come anni pieni ai fini del raggiungimento del requisito contributivo per la pensione anticipata, senza subire penalizzazioni per le frazioni non lavorate.
Tuttavia, l’intero periodo è conteggiato solo per il diritto a pensione e non anche per la misura: la parte economica dell’assegno sarà proporzionata ai contributi effettivamente versati nei periodi lavorati. Questa norma offre vantaggi significativi a chi ha sviluppato una carriera con interruzioni lavorative programmate, garantendo maggiore flessibilità per lavoratrici e lavoratori con esigenze familiari o soggettive particolari.
Procedura di richiesta e documentazione
La procedura di richiesta della pensione anticipata per chi ha svolto attività in part-time verticale o ciclico prevede la certificazione della posizione contributiva e lavorativa presso l’INPS, la verifica del tipo e della durata del part-time attraverso la documentazione fornita dal datore di lavoro e il calcolo degli anni utili ricomprendendo i periodi non lavorati solo per il diritto e non per la misura dell’assegno. È fondamentale presentare tutta la documentazione necessaria per evitare ritardi o problemi nella valutazione della domanda.
Part-time incentivato per lavoratori vicini alla pensione
Un’altra novità importante riguarda il part-time incentivato per lavoratori vicini alla pensione. Con il DDL PMI 2025-2026, i lavoratori dipendenti che maturano i requisiti per la pensione entro il 1° gennaio 2028 possono scegliere di ridurre il proprio orario di lavoro, trasformando il contratto da tempo pieno a part-time. La riduzione dell’orario può variare dal 25% al 50% del montante ore piene lavorate.
Questa misura garantisce benefici contributivi e figurativi a carico dello Stato fino alla pensione o al 31 dicembre 2027, subordinati all’assunzione contestuale di un giovane under 34 a tempo pieno e indeterminato. In sostanza, si tratta di un meccanismo che permette ai lavoratori vicini alla pensione di ridurre l’orario senza perdere diritti previdenziali, favorendo al tempo stesso l’ingresso di giovani nel mercato del lavoro.
Benefici e condizioni
I lavoratori che scelgono questa opzione non subiscono penalizzazioni sulla pensione. Infatti, ottengono un esonero totale dalla propria quota di contributi previdenziali IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti), fino a un massimo di 3.000 euro annui, valido fino al 31 dicembre 2027 o fino al pensionamento se avviene prima. Possono accedervi coloro che possiedono anzianità contributiva maturata prima del 1° gennaio 1996 e che siano in grado di conseguire, entro il 1° gennaio 2028, i requisiti per la pensione di vecchiaia o per la pensione anticipata ordinaria.
In conclusione, le ultime novità legislative hanno reso più flessibile e accessibile l’accesso alla pensione anticipata per chi lavora part-time. Tuttavia, è fondamentale conoscere le regole e le condizioni specifiche per evitare sorprese e massimizzare i benefici previsti dalla normativa. La consulenza di un esperto o l’assistenza dell’INPS può essere preziosa per valutare la propria situazione e pianificare al meglio il percorso verso il pensionamento.








