Intestino sano = vita in salute

Attenzione ripagata (abbondantemente)

Rispetta il tuo intestino e l'intestino rispetterà te!
Comandamento semplice quanto disatteso. Un intestino in grado di mantenere una buona funzionalità è qualcosa che ci si guadagna prima di tutto rispettandone le esigenze. Troppo spesso abbiamo ritenuto normale ingurgitare di tutto confidando nella capacità del nostro corpo di digerire qualunque cosa. Molte persone hanno imparato a proprie spese che questo non è vero. Può certamente capitare di introdurre cibi per i quali non siamo preparati, ma ripetere il medesimo errore con regolarità compromette la sensibilità del nostro intestino.

infiammazione intestinale

Ricordiamo che tale organo è sempre attivo nell'individuare gli alimenti non adatti a noi ma non possiamo continuamente metterlo alla prova e confonderlo, insistendo a consumare ciò che non dovremmo. In tal caso lo metteremo nella condizione di non riuscire più ad interpretare correttamente i segnali che il cibo gli invia, e per risposta si avvierà ad instaurare uno stato di infiammazione cronica. Problematiche come il mal'assorbimento di nutrienti importanti, la difficoltà ad evacuare regolarmente e significativamente le feci, la produzione di gas intestinali, ecc. quando diventano fenomeni ricorrenti non possono essere sottovalutati e ancor meno essere accettati come normalità. 

Ascoltare i segnali del corpo

Il nostro organismo è complesso ma anche incredibilmente semplice: se qualcosa non gli fa bene ce lo segnala immediatamente, molto prima che possa diventare una malattia vera e propria. Dobbiamo solo prestare ascolto ai messaggi.
L'infiammazione cronica nell'intestino è una delle più grandi cause di malattie gravi.
La maggior parte delle persone ritiene che l'intestino intervenga solo nella digestione del cibo, ma la sua è in realtà una funzionalità ben più complessa.
Attraverso l'intestino i nutrienti fondamentali vengono prelevati dal cibo e quindi trasportati nel corpo. Quanti più sono i nutrienti essenziali che raggiungono le cellule dell'organismo tanto più la nostra salute ne guadagna.


intestino

Non solo, viene esercitata una fenomenale protezione contro le sostanze nocive, che devono rimanere fuori del corpo. In un intestino sano la linea di difesa è efficace e funziona correttamente, impedendo a sostanze dannose di attraversarlo e raggiungere altre parti del corpo. Tuttavia, l'infiammazione cronica, causata da cattiva alimentazione, ne altera l'efficienza e la capacità di riconoscimento, e permette alle sostanze nocive di introdursi a più riprese.
Questo provoca un vero caos nel corpo.
Il fegato, il cui compito è di trattenere le sostanze ritenute dannose per l'organismo, si trova a fare un super lavoro e naturalmente va in difficoltà nel mantenere un regime di efficienza. Poi tocca ai reni, incaricati di purificare il sangue, e che trovano una situazione ancor più complessa da gestire. Così accade il paradosso: molecole proteiche appena più grandi del consueto (ad esempio cibi non raffinati e poco elaborati, quindi ottimi nutrienti) vengono erroneamente visti come invasori e quindi rifiutati. Queste sostanze, viste come "estranee", non sono dannose, ma una mucosa intestinale indebolita non è in grado di gestirle in modo appropriato. E' la permeabilità intestinale che viene compromessa, e tale fenomeno è ritenuto una delle principali cause di malattie autoimmuni. Le malattie autoimmuni sono malattie in cui il corpo inizia ad attaccare se stesso, proprio nel tentativo di proteggere se stesso. Nuove ricerche a tal proposito indicano che il diabete può essere una malattia autoimmune causata proprio da infiammazione cronica all'intestino.

Effetti collaterali della infiammazione cronica e provvedimenti

Altri effetti collaterali, legati alla infiammazione cronica, e certamente molto diffusi, sono l'aumento di peso, la depressione, i disturbi della pelle e molto altro.
Quindi, cosa possiamo fare per evitare che il nostro intestino vada incontro ad una infiammazione cronica?
Anzitutto eliminando, o almeno fortemente riducendo, alcuni alimenti che generalmente sono all'origine di complicazioni di questo tipo. Anche se è vero che non tutti i soggetti reagiscono allo stesso modo quando vengono introdotti certi alimenti, in linea di massima è possibile stabilire alcune linee di riferimento.
Il primo suggerimento è naturalmente porre grande attenzione all'ascolto di se stessi, imparando ad interpretare i segnali che il corpo continuamente ci invia e rispettandone le richieste. Poi possiamo adottare ad esempio un comportamento alimentare dove gli alimenti a base di grano vengono gradualmente ridotti o eliminati. Il glutine che vi è contenuto è una delle più grandi cause di infiammazione intestinale. Potrebbe essere utile sperimentare l'effetto della assenza di glutine dalla nostra dieta abituale per un periodo di almeno 3-4 settimane, dopo il quale saremo certamente in grado di valutare appieno gli effetti benefici sulla nostra salute di tale scelta.
La stessa cosa si può ripetere con il latte e i suoi derivati. Un periodo di 3-4 settimane senza assunzione di latticini potrebbe svelarci un aspetto della nostra salute mai sperimentato prima. Molte persone sono intolleranti ai latticini e al latte e non ne sono consapevoli.
Il passo successivo potrebbe essere quello di ridurre / eliminare lo zucchero, l'alcol e la caffeina.  Molti alimenti naturali contengono zuccheri (come la frutta) e certo non rischieremmo di far scendere troppo tale valore nella nostra dieta. Alcol e caffeina possono essere elminati dalla dieta senza troppe complicazioni, basta volerlo fare. Del resto se anche ciò dovesse rappresentare inizialmente un sacrificio, è facile comprendere come le complicazioni successive al loro uso ci farebbero rimpiangere di non averci pensato prima!
Senza devastare la mente cercando di strutturare una alimentazione il più "quadrata" possibile basterebbe definire anche a colpo d'occhio la ripartizione dei macronutrienti in questo modo: consumare circa il 50% del cibo proveniente da verdure e frutta, e il restante 50 % diviso tra proteine ​​e grassi. Sperimentare questo semplice regime per un periodo di 30 giorni potrebbe fare una grande differenza anche per chi lamenta i fastidi di una infiammazione cronica intestinale di vecchia data. E potrebbe anche essere l'occasione per sbarazzarsi di un pò' di grasso in eccesso.