CI VUOLE FEGATO

Per affrontare certe situazioni

Aver fegato, rodersi il fegato, essere sfegatati: sono alcuni modi di dire che attingono alla natura viscerale di questo organo ghiandolare, il più grande nel corpo umano. Proprio la sua essenza primordiale ci fornisce da subito il significato più vero di questa ghiandola, che condensa in sé tante funzioni, assolutamente determinanti per un buono stato di salute.

fegato

 Al suo interno si svolgono processi metabolici come l'immagazzinamento del glicogeno (cui si attinge in caso di intensa attività fisica), la sintesi delle proteine del plasma, la rimozione di sostanze tossiche dal sangue. Il fegato produce la bile, che ricava attraverso la elaborazione di colesterolo LDL, permettendo la digestione dei grassi.

La bile viene normalmente raccolta in una speciale sacca apparentata al fegato, che si chiama cistifellea. In caso di asportazione della milza, il fegato può persino assumerne il ruolo di emocateresi, ossia lo smaltimento di globuli rossi degradati.

Per le discipline olistiche il fegato assume anche un altra valenza, diventando l’organo che meglio permette di interpretare la nostra capacità di adattamento, e quindi la nostra abilità nel modificare le nostre abitudini e il nostro stesso pensiero quando le situazioni ci richiedono di farlo. Una eccessiva rigidità di vedute e una mancanza di flessibilità, di “adattamento” appunto, spiegherebbero almeno in parte perché così spesso le persone si trovano ad avere a che fare con malattie del fegato.

Che altresì sono spesso motivate da cattive abitudini alimentari. Il fegato ha un colore rosso-brunastro, ma nei soggetti sovrappeso-obesi, ad esempio, tende al giallastro, per via delle diffuse infiltrazioni di grasso nei tessuti epatici (fenomeno della steatosi). Le funzioni del fegato sono espletate dalle cellule del fegato, gli epatociti. Una di queste fenomenali capacità è quella di detossificare il sangue da sostanze tossiche.

Tra queste si fa espresso riferimento anche al cosiddetto “metabolismo dei farmaci”, dove tuttavia è il fegato stesso ad essere pericolosamente esposto ad intossicazione, a causa dei metaboliti di trasformazione derivati dalla chimica medicinale. A livello energetico il fegato svolge numerose funzioni, metabolizzando carboidrati, proteine, aminoacidi.

E’ in grado di demolire l’insulina ed altri ormoni non più attivi, facendo “pulizia”, e permette la sintesi di colesterolo e trigliceridi. Altra specialità del fegato è di trasformare l’ammoniaca in urea, un composto meno aggressivo dell’ammoniaca, e che può essere tollerato in quantità superiori nell’organismo.

L’urea verrà poi convenientemente smaltita attraverso i reni. L’ammoniaca deriva dalla digestione delle proteine, ma proviene anche da altre fonti, come ad esempio dall’intestino, in special modo quando la flora intestinale è squilibrata (saccarolitica in eccesso), e degrada gli aminoacidi in urea. Una alimentazione a prevalenza proteica non mette in crisi, come erroneamente si crede, il sistema digestivo, né tantomeno il fegato, poiché ogni organo della catena è preparato a gestire efficacemente i residui metabolici della degradazione del cibo.

L’equilibrio si rompe, e il fegato ne fa le spese, quando l’assunzione di grandi quantità di zuccheri costringe la filiera digestiva a svolgere compiti non previsti da madre natura, come lo stravolgimento di batteri (nel numero e nel tipo) che avviene a livello intestinale. Molte malattie del fegato sono evidenziate dall'incremento dei livelli di bilirubina nell'organismo, che dipende a sua volta dallo smaltimento dei globuli rossi esausti.

Di norma viene rimossa dal fegato e quindi escreta attraverso la bile, ma se il fegato non funziona bene questa tende ad accumularsi. Quando il fegato è in sofferenza si parla di insufficienza epatica, con alcune o più funzioni parzialmente compromesse. La prima di tali inconvenienze è l'epatite, una infiammazione diffusa del fegato, causata da vari virus, ma anche da sostanze tossiche, o da malattie autoimmuni.

Poi c’è la cirrosi epatica, dove si viene a formare del tessuto fibroso all'interno del fegato, in sostituzione degli epatociti morti. La morte delle cellule epatiche è generalmente causata da epatite virale, alcolismo, o intossicazioni di altra natura. L’accumulo di lipidi nel fegato porta poi alla steatosi, e il paradosso è che questa non dipende dai grassi assunti con la dieta, ma da un DISMETABOLISMO CREATO DAI CARBOIDRATI.

La buona funzionalità del fegato può essere accertata attraverso vari test clinici dedicati, i più noti dei quali sono certamente quello della transaminasi (valori enzimatici), e della bilirubina. Per sottolineare ancora una volta come la natura sia ineguagliabile, è talmente articolata e varia l’attività del fegato che la tecnologia non è ancora riuscita ad emularne le funzioni con un dispositivo artificiale.

Quindi ciò che possiamo impegnarci a fare è:

- Rispettare quanto più possibile il codice naturale per la nostra alimentazione abituale, rimuovendo quanti più zuccheri riusciamo dalle abitudini quotidiane;

- Introdurre nella nostra dieta un alimento speciale e naturalmente riequilibrante come il Ganoderma Lucidum.

In quest’ultimo caso sono davvero molte le carte giocate a nostro favore da questo prodotto naturale. Ne cito alcune:

- Citocromo P450: un complesso di enzimi specificamente abile nel disintossicare profondamente il fegato;

- Beta glucani: attivi nel regolarizzare la glicemia e favorire un migliore assorbimento degli zuccheri, impedendo così un eccessivo impegno metabolico a carico del fegato. Verrebbe anche meno l’esigenza di forti quantità di insulina, che a sua volta non richiederebbe un’azione di smaltimento a fine ciclo PROPRIO a carico del fegato;

- RNA: acido nucleico promotore della sintesi proteica, fattore importante nella rigenerazione degli epatociti danneggiati;

- Triterpeni: ad azione immunomodulante, in grado di ridisegnare il comportamento del sistema immunitario, e ridurre lo stato infiammatorio;

- Acido Pantotenico: coinvolto nella formazione di acetilCOA, questa sostanza permette il completamento del ciclo di Krebs, importante passaggio per il metabolismo energetico dei grassi, che se vengono utilizzati non rappresentano un problema di stoccaggio.

 

Nota Importante. Per coloro che decidono di sperimentare la terapia naturale a base di fungo ganoderma, è necessario sapere che il fungo deve essere coltivato secondo una precisa metodologia e in specifiche aree geografiche, e che i procedimenti con i quali vengono ricavate le polveri dal fungo sono DETERMINANTI nel mantenere (o perdere) i principi attivi di cui sopra. Quindi i procedimenti estrattivi che impiegano solventi chimici utili a massimizzare la resa del prodotto di partenza, ANNIENTANO la biodisponibilità delle sostanze contenute, e diventano altresì un PERICOLO PER LA SALUTE, in quanto i residui di lavorazione rimangono “intrappolati” nella struttura chimico fisica del fungo. Questo accade anche quando si certifica che il fungo viene coltivato secondo Metodo Biologico. Deve infatti essere chiaro che, se un fungo di buona qualità, come si ritiene sia quello sottoposto a trattamento biologico, viene poi lavorato aggressivamente nella fase di estrazione, PERDE COMUNQUE OGNI PREROGATIVA E CAPACITA’ TERAPEUTICA. Ho valutato quindi con attenzione le varie proposte, e le relative specifiche di produzione di varie aziende presenti sul mercato del ganoderma, ed ho verificato che l’unica a fare della TOTALE GENUINITA’ del prodotto finale, un preciso obiettivo aziendale, è la DXN. Non a caso il nome Daxen (DXN) esprime nella lingua madre (il cinese) , i concetti di AFFIDABILITA’, ONESTA’, VIRTU’. Se intendi dunque apprezzare fino in fondo gli effetti che può generare su di te, sui tuoi disturbi, sulla tua salute complessiva, un prodotto naturale, di storia millenaria, e realizzato secondo precisi standard di eccellenza, come il Ganoderma Lucidum, contattami qui, oppure al 327 7343859. Potrai avere le informazioni di cui hai bisogno per conoscerlo fino in fondo, e capire perché funziona.

 

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