ALLENAMENTO DI RESISTENZA

Brucia il grasso? - Parte 1

Praticamente in ogni momento dell’anno, ed in molte località in Italia e all'estero, vengono promosse ed avviate gare, competitive e non, di corsa, podismo, maratona. E’ certamente positivo l’interesse che questi eventi suscitano nelle persone, e la sensibilità che stimolano verso l’idea di fare attività fisica e stare bene attraverso lo sport. Meno positivi sono alcuni effetti che tali attività condotte fuori di un criterio di benessere generano sul corpo.

resistenza brucia grasso parte 1

Accade spesso che, passando l’idea che la corsa vada ad intaccare i depositi di grasso, molte persone, affascinate da questa positiva conseguenza, si lascino coinvolgere in pratiche estenuanti nel nome di una rinnovata salute e della perdita del peso in eccesso. Quelle stesse persone scopriranno a proprie spese, di lì a poco, che attività di questo tipo portano a logorare anzitempo le articolazioni, a favorire lesioni, e a generare diverse problematiche sia a livello muscolare che metabolico/ormonale. 

In genere quando accade qualcosa del genere, esempio un ginocchio, o una caviglia, doloranti, si va ad allentare il ritmo o a sospendere l’attività per qualche tempo. Poi, appena visto il cenno di una ripresa, si torna di nuovo in strada a correre. Così facendo una vera ripresa non si completa mai e si ritorna a lavorare su legamenti, articolazioni, tendini, già provati e non saldi a sufficienza.  Lascio comprendere come il ripetersi di tale fenomeno possa compromettere la sensibilità di tutto il sistema ed esporre questo soggetto a ricadute sempre più ravvicinate, e con minore quantità di stress necessaria a causarle.

La seconda questione, che è la molla per cui molti sono spinti a praticare la corsa, è la assoluta ininfluenza di questa sulla perdita di peso, inteso come reale smaltimento di grasso.  Quel calo di peso inizialmente osservato, si deve attribuire unicamente alla perdita di acqua, e al consumo di glicogeno muscolare. Questo, da solo, è in grado di trascinare oltre 3 volte il suo peso in acqua. Con il perseverare dell’attività il glicogeno, che si esaurisce rapidamente, viene allora ottenuto dall'organismo attraverso la degradazione di materia magra (i muscoli) i quali si riducono per dimensione, forza, e, ovviamente, peso.  Il paradosso più forte è che, valutando con più attenzione ciò che sta accadendo, si scopre che, non avendo minimamente intaccato le riserve di grasso, queste sono addirittura aumentate. 

Per due motivi:

- il primo è che il grasso vede aumentare la sua percentuale parziale sul totale del peso complessivo

- il secondo è che nella fase di stress che si instaura durante una prolungata attività di resistenza, si produce cortisolo ormone che a sua volta va a promuovere la formazione di nuovo grasso.

Accade poi che, per far fronte al protrarsi dell'impegno fisico, il nostro metabolismo ci orienti al consumo di carboidrati, di qualsiasi tipo, essendo questi più facili da trasformare in glicogeno. A cascata, l’inevitabile risposta insulinica ripetuta conduce a situazioni a rischio dismetabolico, con picchi glicemici e forti cali.  E il grasso naturalmente resta inutilizzato. Ma per coloro che sono appassionati di corsa, e la vogliono nonostante tutto continuare a praticare, esiste una modalità differente di attuazione, che permetta di eliminare (o almeno ridurre fortemente) gli effetti negativi sul metabolismo? La risposta è Si, e sarà oggetto di un altro articolo:

ALLENAMENTO DI RESISTENZA CHE BRUCIA IL GRASSO. Parte 2